An insider traces the details of hope and ambition gone wrong in the Giant of Africa, Nigeria, Africa's most populous country. When it gained independence from Britain in 1960, hopes were high that, with mineral wealth and over 140 million people, the most educated workforce in Africa, Nigeria would become Africa's first superpower and a stabilizing democratic influence in the region.However, these lofty hopes were soon dashed and the country lumbered from crisis to crisis, with the democratic government eventually being overthrown in a violent military coup in January 1966. From 1966 until 1999, the army held onto power almost uninterrupted under a succession of increasingly authoritarian military governments and army coups. Military coups and military rule (which began as an emergency aberration) became a seemingly permanent feature of Nigerian politics.The author names names, and explores how British influence aggravated indigenous rivalries. He shows how various factions in the military were able to hold onto power and resist civil and international pressure for democratic governance by exploiting the country's oil wealth and ethnic divisions to its advantage.Africa is featured in the headlines as developed countries and China clash over the need for the continent's resources. Yet there are few serious books to help us understand any aspect of the never-ending cascade of wars and conflicts. Other titles on Nigeria are mostly children's books or travel guides. The current work focuses specifically on the social tensions, the motivations and the methods of the series of coups that rent Nigeria.

Oil, Politics and Violence: Nigeria's Military Coup Culture 1966-1976

History

Max Siollun

Africa

Algora.Publishing

<p>Fin dalla sua indipendenza dal Regno Unito nel 196o, la Nigeria è vissuta in uno stato di crisi permanente. Il collante per questo paese, diviso ma con «l'ossessione dell'unità nazionale», è stata la dipendenza dal petrolio, che ha però eroso istituzioni e sviluppo economico-sociale e portato corruzione, colpi di stato, disastri ambientali. Sotto molti aspetti l'arrivo della democrazia, nel 1999, non ha migliorato le cose: si stima che cento milioni di nigeriani, la metà della popolazione, vivano sotto la soglia di povertà. Soprattutto, è la violenza diffusa a dipingere un quadro sconfortante: dai terroristi di Boko haram ai nuovi movimenti secessionisti armati, fino alla piaga dei rapimenti, che miete sempre più vittime e può colpire chiunque. Come si vive in un paese in cui lo stato è, nel migliore dei casi, assente? In cui manca la corrente sei mesi all'anno, la sanità e l'istruzione pubbliche sono inesistenti e l'esercito, schierato in ognuno dei 36 stati che formano la federazione, non riesce a contenere la violenza? In questo quadro l'unica società possibile è quella del «fai da te», che germoglia dove e come può. Non appena nasce il minimo barlume di opportunità, i nigeriani sfoderano tutto il dinamismo e l'imprenditorialità repressi, e inventano: app finanziarie per ovviare all'inaccessibilità del sistema bancario, una rivoluzione energetica solare per rendersi autonomi dalla rete elettrica pubblica (ma anche metodi artigianali - e inquinanti - di raffinare il petrolio), e-commerce su Instagram per vendere afrodisiaci tradizionali, film a budget ridottissimo, libri e musica che riscuotono successi in tutto il mondo. Nessun altro paese del continente africano è permeato dalla stessa vivacità. E mentre la generazione dei generali che ha vinto la guerra civile e governato il paese per sessant'anni è ormai agli sgoccioli, il rifiuto di sempre più giovani di voltarsi dall'altra parte davanti all'ingiustizia e alla violenza (di stato e non) apre spiragli di speranza: forse le forze più vitali riusciranno a prendere in mano il futuro del paese. E, come sono abituate a fare, ad aggiustarlo.</p>

Nigeria

CHIMAMANDA NGOZI ADICHIE

A. Igoni Barrett

Noo Saro-Wiwa

Abubakar Adam Ibrahim

Joey Akan

Abdulkareem Baba Aminu

Cheluchi Onyemelukwe

Kechi Nomu

Maite Vermeulen

Iperborea

Soldiers of Fortune: Nigerian Politics from Buhari to Babangida

Cassava Republic

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